FOIBE E PROFUGHI ITALIANI: GIORNO DEL RICORDO - GUARDA LE FOTO

fpasquino
05 Febbraio 2023

È stata ricordata mercoledì mattina, 8 febbraio, alle 11, al giardino Vittime delle Foibe, in corso Fratelli Cervi, la ricorrenza del Giorno del Ricordo con la deposizione di una corona di fiori alla presenza del sindaco, Emanuele Gaito e dei rappresentanti delle associazioni degli esuli istriani, fiumani, dalmati. Antonio Vatta, presidente della sezione torinese dell'associazione degli esuli di Venezia Giulia e Dalmazia, ha raccontato brevemente la storia che hanno vissuto lui e decine di migliaia di famiglie italiane con il dramma dell'esodo. 

«La città di Grugliasco, da oltre 23 anni, quindi prima dell'istituzione del ‘Giorno del ricordo’, stabilito nel 2004 con legge dello Stato, - spiega il sindaco di Grugliasco Emanuele Gaito - ha intitolato un giardino alle “Vittime della Foibe” e alla memoria degli esuli di Istria, Dalmazia e Friuli Venezia Giulia, con i voti del consiglio comunale. Grugliasco è uno dei primi comuni d'Italia a dedicare uno spazio pubblico alla memoria di queste tragedie e tutti gli anni le Amministrazioni che si sono succedute hanno celebrato il giorno del ricordo in accordo e in collaborazione con gli amici dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con i quali concordiamo questo omaggio a ridosso della ricorrenza del 10 febbraio. E la loro presenza oggi, alla cerimonia di Grugliasco, lo dimostra». 

«Sono contento di essere nuovamente qui tra amici che da oltre vent'anni celebrano e ricordano le vittime delle Foibe – ha affermato questa mattina il presidente dell'associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Antonio Vatta – Una celebrazione spesso strumentalizzata, ma che, invece, andrebbe vista per ciò che realmente rappresenta: una tragedia per le povere persone che come me l'hanno vissuta e per tutti gli esuli che anno dovuto lasciare le proprie case, le proprie terre, i familiari e la propria vita che è stata stravolta. Per questo ringrazio Grugliasco per averci ricordato, tra i primi comuni in Italia, e per continuarlo a fare».    

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